Finzioni
Si può fingere
che sia primavera
per questi mattini
freddi d’inverno.
La luce ha l’intensità
di un preludio, le ombre
il nero di un contrasto
dove la realtà emerge
come per fuggire, ma
si vede dalla rugiada,
che è diversa dalla rugiada
primaverile. E quanto
può durare la finzione
quando alcuni scendono
dalle navi su un’isola
dove tutto è incerto.
Naufraghi che cercano
la luce dell’ospitalità
e trovano le ombre nere
sotto le bandiere nere
della cruda stupidità.
La razza italica come
la Chianina è il logo
che bruca su quel suolo.
Non verrà l’inverno,
non saremo sepolti
sotto la neve. Chi vuole
può tornare indietro
sull’orlo dell’abisso,
tornare dopo undicimila
anni per l’ambiguo ricordo
delle stagioni, non saprei
se più basso di un elfo,
e se ritroverà la Terra
vedrà una luce intensa,
nessuno aspetta nessuno.
marco ferri poetry blog notes
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